Eroe a Nassiriya
E mi chiamano Eroe …
ma eroe non mi sento,
sono andato lontano ed ero contento.
Là ho capito una cosa: c’è bisogno di pace,
oggi però tutto, qui intorno tace …
Sono andato laggiù a portare conforto
a gente che per anni ha subito un torto;
insieme a colleghi, diventati poi amici,
ogni giorno si fanno mille sacrifici.
La gente ha capito: non c’è l’invasore,
ma solo persone con la mano sul cuore,
si continua ogni giorno con caparbia tenacia
per portar fra la gente un po’ di fiducia.
A casa, si contano i giorni al ritorno
ed io non ci penso, ma solo di giorno;
mi dicono: attento, non ti avvicinare!
ma la gente ha bisogno, ci si deve fidare!
Poi un giorno ho pensato, è quasi finita,
il rientro fra un po’ mi riporta alla vita,
ancora tre giorni qui a Nassiryia,
e poi l’aereo mi riporterà via.
Un rombo lontano, mi ridesta allarmato,
mi dico: stai calmo, è un attentato!
L’istinto ha ragione, il mezzo avanza
e fra i Colleghi è già una mattanza!
Il gigante irrompe, spaccando ogni cosa
la reazione è immediata e valorosa,
un immenso boato e poi subito il dramma,
mi mancan le forze … si spegne la Fiamma …
E mi chiamano Eroe …
ma eroe non mi sento,
ora che riposo senza tormento,
ho fatto da sempre il mio solo dovere
con la divisa da Carabiniere …
Roberto Moneta